Cuccagna o Torchio?
Chi conosce la Fondazione Milano Policroma sa che,
da vent'anni a questa parte, svolge attività
di ricerca e documentazione milanese. Bene, nel caso
del presente argomento, non c'è stato bisogno
di fare grandi ricerche in quanto è venuta
a trovarci al giornale Quattro la nipote di uno degli
ultimi proprietari della cascina, la simpatica signora
Bianca Galli, che ha portato con sè, oltre
ai ricordi della sua gioventù, i documenti
che ha ottenuto dal catasto, relativi alla cascina
che sorge all'angolo tra le vie Cuccagna e Muratori,
dove ella è nata.
Ecco allora che quanto descritto qui di seguito viene,
oltre che dalle nostre abituali fonti, dalla memoria
diretta di una persona che visse i mutamenti dell'edificio
in questione, anche quando si trasferì altrove,
in quanto, come si può facilmente immaginare,
non le venne mai meno l'interesse per il suo luogo
natio.
Iniziamo allora dal nome: come suggerito nel titolo,
la cascina in questione si chiama Torchio, e non,
come è solitamente indicato, Cuccagna. Ciò
risulta evidente sia dalle nostre fonti, sia dalla
memoria diretta della signora Galli, sia da una cartina
che indica chiaramente come la cascina
Cuccagna sorgesse al termine dell'omonima via, e non
all'inizio. La signora ci tiene poi a smentire la
storia dell'albero della Cuccagna che ivi sarebbe
stato piantato in occasione di una festa popolare:
con chiari termini ci ha fatto capire che sua nonna
era di tutt'altro avviso per le feste, e che mai e
poi mai avrebbe concesso il suo terreno per un albero
della cuccagna; questo conferma quanto avevamo in
altra occasione affermato, ossia che potrebbe trattarsi
di una leggenda; inoltre, essendo cascina Cuccagna
in altro luogo, la suddetta leggenda non potrebbe
in nessun caso riferirsi alla cascina Torchio. Un
altro aspetto interessante è la successione
della costruzione degli edifici: l'ala verso via Muratori,
come si può desumere dalle carte d'epoca, fu
l'ultima ad essere costruita; ciò risulta anche
dai documenti catastali che la signora Galli ci ha
gentilmente consegnato, ottenuti al termine di una
lunga ricerca negli uffici comunali.
All'interno, il portico di ingresso dell'attuale civico
numero 2 di strada della Cuccagna immetteva nella
corte tuttora visibile, ed al suo interno si trovava
la stanza in cui la nonna cucinava, che conteneva
un tipico grande camino. Viene inoltre confermato
che il civico numero 4 della stessa strada, dotato
di altra entrata indipendente, non era comunicante,
pur avendo le finestre sulla corte del numero due;
attraverso di esse, si poteva sentire la musica dell'organetto
che accompagnava, almeno fino all'inizio della seconda
guerra mondiale, i balli familiari organizzati nelle
(rare) occasioni di festa.
Nel prossimo numero esamineremo in dettaglio la storia
della cascina, così come è stata tramandata
fino ad oggi, avvalendoci della memoria e della documentazione
della signora Galli che, di nuovo, ringraziamo per
il notevole contributo. Facciamo infine un appello
a quanti avessero fotografie o materiale d’epoca
relative a quell’area: saremmo felici di prenderne
visione e riprodurli per arricchire il nostro archivio
sulla zona; contattateci! Riccardo Tammaro